Presentazione
Andando
indietro nel tempo, sfogliando le pagine degli antichi manoscritti sporchi
dalla polvere antiquaria, mi hanno caricato l’energia intellettuale,
curiosa di trovare quello che altri non hanno notato. Il mistero della
vita dei nostri progenitori appare nella finestra dell’immaginario e
quegli attimi, folgorazioni del tempo, sono colti e rivissuti davanti agli
occhi. I miei occhi come un faro proiettano sulla scena guerrieri, maghe,
monaci e tanta gente semplice che con la loro presenza hanno animato la
nostra storia illustre. Questo ed altro tratto dalle righe d’antichi
testi, dalle immagini raffigurate da abili pittori o “intingi croste”
è rappresentato nella mia impresa scritta per animare le scene e rendere
la storia di un giorno l’avvenimento inciso per sempre
nell’instancabile cronologia del tempo.
Per iniziare e rendere
omaggio alle mie radici in Serravalle di Carda ricordo due famiglie
importanti: Brancaleoni ed Ubaldini.
Per
molti poco conosciute, ma nelle scene della storia sono più volte
descritte per aver avuto importanti condottieri, ambasciatori, mecenati,
alti prelati sparsi in tutt’Italia. Discendenze guerriere che
ricalcheranno nei loro luoghi d’origine la terra intrisa di sangue e di
profumi odorosi, le stanze di soffio di donna, i boschi di fantastici
animali travestiti da folletti e gnomi, l’aria e l’acqua tormentate da
ricordi.
Il tempo ha dimenticato
le loro gesta!
Noi non possiamo
dimenticare!
Nelle nostre vene passa
parte di quel sangue che ha fatto la storia!
Quanto ho scritto e
scriverò nasce dall’incontro con un personaggio nascente nel mondo del
teatro, un regista, Ran-Arthur Braun, che dialogando su Capoferro maestro
d’armi a Siena, di origine cagliese, mi ha fatto tornare indietro nel
tempo. Avevo già scritto libri sulla storia dei nostri luoghi, ma mai
avrei pensato di far rivivere personaggi risuscitandoli dall’oblio. Da
quel momento ogni incontro con persone o luoghi ha dato vita ai personaggi
del dramma dove la vita è l’elemento finale. La maga “la
svelatrice”, il Conte Roberto “Il Padre “, il Conte Carlo “Il
Figlio” li ho rivisti nei volti di persone incontrate per caso,
improvvisamente comparse dal buio dei tempi.
Non è un caso la mia
presenza in Palazzo Ubaldini ad Apecchio ed adesso nel castello
Brancaleoni a Piobbico. Dovevano essere ricordati, come altre famiglie
italiane saranno ricordate, lì dove la storia mi condurrà.
Pensieri d’autore |